(Parte Prima)
Cos’é il welfare generativo ? Lo scoprirete leggendo il nostro articolo. Una delegazione rappresentativa del team di “Famiglia PortaValori in Rete” ha presenziato lo scorso 14 novembre presso il Centro Diocesano di Via San’Antonio a Milano alla presentazione del primo Bilancio di Missione dell’Azione Cattolica Ambrosiana.
Durante la presentazione è intervenuto il prof. Stefano Zamagni, economista e già presidente dell’Agenzia nazionale per il terzo settore che, oltre a sottolineare alcune caratteristiche fondamentali per l’associazionismo cattolico, ha poi indicato programmaticamente quali dovrebbero essere le aree di intervento dove è importante essere presenti: l’educazione, la cultura e il sociale.

Con particolare riferimento al terzo ambito, ovvero quello del sociale, abbiamo potuto approfondire alcuni concetti e trovare conferma sul piano degli studiosi di economia di quanto quotidianamente tentiamo di realizzare con i nostri progetti.
“Vediamo come – ci spiega Zamagni – da un modello di welfare redistributivo si stia piano piano passando ad un modello denominato welfare generativo (che gli anglosassoni chiamano welfare society)”. In pratica è sempre più necessario che “gli ultimi” siano parte attiva della società e per far questo l’associazionismo deve aiutare a sperimentare forme locali (welfare generativo appunto). Ciò si ottiene promuovendo bandi e progetti, sostenendo le reti fra le famiglie e le associazioni dei territori, riattivando fraternità e aiuto reciproco fra le persone.
I modelli di riferimento illustrati dal prof. Zamagni sono esattamente i pilastri su cui si basa e ispira l’azione delle progettualità di “Famiglia PortaValori in Rete”.
Addentriamoci allora con l’aiuto delle parole del professore all’interno dei principi ispiratori che sono: welfare generativo, economia civile e sussidiarietà circolare. Ci soffermiamo in questo numero sul welfare generativo e rinviamo al prossimo la sussidiarietà circolare.
Verso un welfare generativo
La reciprocità è un dare senza perdere e un prendere senza togliere” (Stefano Zamagni)
Da 15 anni circa a questa parte, si è cominciato a parlare di transitare dal modello di welfare state (stato del benessere) al modello di welfare society (welfare generativo). In questo sistema, è l’intera società, e non solo lo stato, che deve farsi carico del benessere dei suoi cittadini.
Il limite del welfare state è che si rivolge al soggetto portatore di bisogni senza chiedergli nulla in cambio. “Il tipo di welfare che è stato praticato nel nostro Paese – dice il professor Zamagni – è un modello paternalista che ci ha viziato e resi menefreghisti ed individualisti”. Chi ha bisogno di assistenza, invece, non deve rimanere in una posizione passiva, ma contribuire, ovviamente in base alle proprie possibilità e non necessariamente con il denaro, al “benessere reciproco”.
Transitare ad un modello di welfare generativo significa quindi fruire dei servizi di assistenza in maniera sociale e non individualistica.
Uno slogan, molto chiaro e di effetto di questo tipo di modello è infatti “non posso aiutarti senza di te”, principio che sta poi alla base delle teorie fondanti dell’economia civile.
(Nel prossimo numero la seconda parte della riflessione)
Alessandro Radaelli