Conoscersi e amarsi in che relazione stanno? Nelle vicende familiari capita di pensare e sentire frasi come questa: “Non ti riconosco più” “Mi sembri un’altra persona”. Capita tra coniugi in difficoltà, si sente qualche volta tra genitori e figli e anche tra fratelli e sorelle. Alcuni eventi mettono in luce che la conoscenza che avevamo del familiare non è più aggiornata e questo ci sorprende, a volte ci sconvolge. E’ capitato anche a me, di recente.
Per questo ampliare e aggiornare la mappa della conoscenza degli affetti familiari è una operazione da mettere in atto costantemente. Come realizzare questa operazione? Qui indico sei passi che possono essere opportunamente percorsi da soli o con l’aiuto di altri.
Primo passo: riconoscere il disagio che in noi ha provocato l’evento scatenante.

Mia moglie mi ha risposto in un modo non abituale, mia madre non accetta una mia scelta, mio figlio salta fuori con una richiesta che ritengo fuori di testa… ognuno di noi attinga al bagaglio della propria esperienza familiare e pensi ad un episodio concreto. Non vi sarà difficile. Anzitutto quindi occorre renderci conto di come ci sentiamo. Arrabbiati? Sorpresi? Indignati? Spaventati?
Secondo passo: gestire questi sentimenti.
Prendere tempo e calmarsi, utilizzando le strategie che abitualmente usiamo in queste situazioni. C’è chi passeggia, corre, va in piscina; chi cerca nella penombra di una chiesa il conforto e il confronto con Gesù; chi telefona ad un amico fidato o un consigliere esperto. Meglio non attaccarsi alla sigaretta, al bicchiere o cose del genere, naturalmente.
Terzo passo: mettersi in ascolto della diversità sorprendente dell’altro.
Se è emersa una novità che mi turba, occorre, una volta che mi sono calmato, mettersi in suo ascolto. E’ davvero qualcosa di nuovo? Oppure semplicemente era lì e io non la vedevo? Mettersi in ascolto davvero però. Non come quel padre che in dialetto milanese, sbottava con sul figlio dicendo: “Tu quando parli con me, taci!” Evito di tentare di trascrivere il dialetto milanese, ma chi lo conosce avrà sentito il suono irriproducibile in italiano.
Quarto passo: integrare la novità ascoltata nella nostra mappa di conoscenza facendo le opportune correzioni.
Si può certo dissentire, appuntare, criticare, rilanciare una diversa proposta, ma se vogliamo sfuggire da una posizione di dominio, di manipolazione e di accentramento, alla fine dobbiamo pur accettare e venire a patti con la novità che l’altro mi propone.
Quinto passo: ripartire nella relazione affettiva su questa nuova base di conoscenza.
Queste ripartenze sono continue nella vita. Chi non le attua si condanna ad una esistenza basata su pregiudizi che alla lunga diventano sterili e incapaci di farci vivere in un mondo che si trasforma e cambia in continuazione.
Sesto passo: aprire le antenne.
D’ora in avanti, avere un occhio aperto e lungo su noi e sui nostri cari, cercando di mantenere viva una conoscenza che è la prima manifestazione dell’amore. Se mi ami mi conosci, e se mi conosci mi ami.
Non per nulla nel linguaggio biblico, conoscere è sinonimo di amare e addirittura della conoscenza carnale propria dei coniugi. Una ragione ci sarà. Infatti amarsi è conoscersi. E apprendere una nuova conoscenza ci aiuta a sopravvivere, lo dice anche Darwin.
Settimo, coincide con il Dies Domini o giorno del riposo del Signore, il PERDONO! Shalom Cesare