Famiglia Portavalori in Rete: a che punto siamo?

Dopo nove mesi di attività ufficiale facciamo il punto sulla situazione. Ne abbiamo parlato con Cesare Palombi (presidente Afi Milano e Brianza), Luigia Caria (Assessore alle politiche familiari del Comune di Seveso) e Moreno Merati (Consigliere Comunale di Muggiò con delega alle politiche familiari).

Sabato 12 settembre a CFamiglia Porta Valori in Reteastelnuovo del Garda hanno avuto un importante incontro con l’ex Sindaco (per 10 anni) Maurizio Bernardi, ora incaricato di realizzare il Fattore Famiglia comunale, e due parlamentari europei: Damiano Zoffoli e Luigi Morgano, oltre a diversi sindaci e assessori della zona. Hanno presentato lo stato del progetto www.famigliaportavalori.it e ricavato indicazioni e prospettive per una progettualità localizzata in tre regioni del nord Italia con uno sguardo europeo per un welfare familiare comunitario e generativo.

Dom. In cosa consiste in sintesi il progetto La Famiglia porta Valori in Rete?

Cesare Palombi, presidente AFI Milano e Brianza

(presidente Afi Milano e Brianza)

Cesare Palombi: Nella costituzione di una Rete di Comuni amici della Famiglia. Si tratta di un’alleanza tra famiglie, istituzioni civiche e soggetti economici che, sviluppando un circuito di economia civile, promuovano e finanzino buone pratiche. Oggi sono i Gruppi di Acquisto Familiare e la loro rete di prossimità, domani la Family Card dei comuni amici della Famiglia. L’aiuto alle famiglie è il risultato dell’azione progettuale. Questo i funzionari dei servizi sociali fanno fatica a capirlo. Se spendo 5.000 euro per aiutare 3 famiglie è spreco, dicono, ma se vedo la cosa come investimento per generare relazioni di mutuo aiuto e buon vicinato, cioè una cittadinanza attiva che coinvolga i soggetti interessati dal progetto  (famiglie, associazioni, aziende, istituzioni civili) allora il risultato non è solo quello delle poche famiglie aiutate ma una maggiore coesione sociale e ho riattivato il territorio con le pratiche di buon vicinato.

Dom. La Rete dei comuni amici della famiglia cos’è e a che punto è?

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Moreno Merati, Consigliere Comunale di Muggiò

Moreno Merati: Il percorso fatto dai sette comuni della Brianza che hanno deliberato il Protocollo d’Intesa della Rete dei Comuni Amici della Famiglia ha due scopi principali: mettere in rete le esperienze di ciascun comune e confrontarsi sui progetti da attuare sul territorio per e con le famiglie, e fare “massa critica” per ottenere dei vantaggi per le famiglie dei comuni stessi.

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Luigia Caria, Assessore al Comune di Seveso

Luigia Caria: Sono ottimista, mancano poche delibere per l’avvio della Rete. A breve faremo una conferenza stampa e taglieremo il nastro. Ad oggi aderiscono sette comuni brianzoli che raccolgono 75.000 famiglie con oltre 220.000 abitanti: Seveso, Limbiate, Muggiò, Carate Brianza, Besana Brianza, Giussano e Brugherio. Si dovranno avviare, coinvolgendo le locali associazioni di famiglie, i Tavoli comunali di coprogettazione per lo sviluppo di buone pratiche di politiche familiari locali.

Moreno Merati: L’esperienza di Muggiò sul progetto è relativamente recente. La nuova amministrazione è in carica dal giugno 2014 e coerentemente con l’accordo fatto con il Forum delle Famiglie di Monza e Brianza il Sindaco ha assegnato la delega specifica per le politiche familiari ad un consigliere comunale. Il primo atto è stato quello di avviare la costituzione di un Tavolo delle Famiglie in Rete comunale, invitando le varie realtà che già avevano un ruolo sul territorio operando in diversi campi che comunque erano coerenti con attività a favore delle famiglie. La partecipazione dell’associazionismo locale è stata subito importante e dieci associazioni hanno aderito al Tavolo. Stiamo attuando un progetto importante in collaborazione con il comitato locale del progetto Famiglia Libera Energie contro le Mafie, formato da Libera Muggiò, Forum delle Famiglie di Monza e Brianza, circolo ACLI, Comitato soci Coop Muggiò, e con le scuole primarie e secondarie di Muggiò, dove è stato proposto ed accolto dai dirigenti scolastici. Il Progetto Legalità per e con le scuole, è un percorso articolato sui temi della legalità e del contrasto alle ludopatie.

Dom. Quali prospettive dopo il vostro incontro coi parlamentari europei del 12 settembre?

Moreno Merati: L’incontro di Castelnuovo del Garda con rappresentanti di comuni che stanno attuando  politiche familiari importanti da diversi anni ha messo sul tavolo della discussione diverse idee e progetti che possono essere sviluppate anche nei nostri comuni. La presenza di due parlamentari europei ha dato anche la possibilità di verificare i possibili sviluppi del progetto, interagendo con reti di comuni di altre regioni e confrontandosi con l’Europa, sia per studiare modelli virtuosi, come quello attuato in Germania, sia per ottenere eventuali vantaggi economici che aiuterebbero notevolmente le singole realtà comunali. Proseguire nel percorso di integrazione tra le varie realtà locali potrebbe dare importanti vantaggi sia di esperienze da condividere sia dal punto di vista economico e l’incontro di Castelnuovo del Garda ha incrementato la fiducia sulla possibilità di poter attuare anche nei nostri comuni delle politiche familiari più incisive e concrete.

Cesare Palombi: Stiamo cercando un collegamento tra noi e i comuni veneti ed emiliano-romagnoli. Questa Rete di Comuni, una volta connessa, chiederà alla comunità europea un finanziamento diretto per creare un modello di politiche con le famiglie che, mutuando dalla esperienza tedesca delle Alleanze Locali per la Famiglia, permetterà di sperimentare questo nuovo sistema di welfare con l’introduzione del “fattore famiglia comunale” e del progetto “La Famiglia porta-Valori in rete”. Per arrivare a questo finanziamento dobbiamo coinvolgere una porzione significativa del paese che c’è, il Nord Italia, e avere il patrocinio di 7 paesi membri.

Dom. Ma il Fattore Famiglia comunale in sperimentazione a Castelnuovo del Garda è davvero praticabile? Non spetta ai legislatori nazionali una tale riforma?

Luigia Caria: Maurizio Bernardi, ex Sindaco per 10 anni di questo virtuoso Comune, ha ideato la riforma cui ci ispiriamo. Considerata la deludente riforma nazionale del nuovo ISEE, la Rete Comuni Amici della Famiglia ha chiesto di poter condividere la sperimentazione Fattore Famiglia col suo ideatore per poterne valutare l’adozione anche sul territorio Brianzolo. Il Fattore Famiglia infatti impatta efficacemente sulle tariffe comunali dei servizi per le famiglie e nella modalità di erogazione dei contributi sociali. Si tratta di una autocertificazione descrittiva, i cui dati saranno gestiti da uno staff del prof. Perali dell’Università di Verona, quindi si ottengono anche dati utili per l’identificazione dei falsi poveri o evasori fiscali.

Cesare Palombi: in attesa della riforma dell’ISEE nazionale facciamo qualcosa che incide dal basso. Il Fattore Famiglia comunale dà strumenti per il governo locale delle politiche familiari.

Dom. E’ molto interessante l’esperienza dei Gruppi di Acquisto Familiari come reti di prossimità o buon vicinato solidale. Ma nella pagina di presentazione del sito si dice che l’obiettivo per la sostenibilità del progetto è che 10 Comuni promuovano e sostengano 10 GAF di almeno 30 famiglie entro il 2017. Quindi bisogna spiegare e convincere la gente. Come pensate di farlo?

Cesare Palombi: Dobbiamo crescere come numero di famiglie che fanno la spesa insieme in modo più consapevole. Cerchiamo famiglie disposte a spendere, nel nostro circuito, almeno 30 € al mese. Dobbiamo far capire perché fare la spesa insieme è importante, a tal scopo mi permetto una citazione Papa Francesco in Laudato Sì al n° 206:

“Un cambiamento negli stili di vita potrebbe arrivare ad esercitare una sana pressione su coloro che detengono il potere politico, economico e sociale. È ciò che accade quando i movimenti dei consumatori riescono a far sì che si smetta di acquistare certi prodotti e così diventano efficaci per modificare il comportamento delle imprese, forzandole a considerare l’impatto ambientale e i modelli di produzione. È un fatto che, quando le abitudini sociali intaccano i profitti delle imprese, queste si vedono spinte a produrre in un altro modo. Questo ci ricorda la responsabilità sociale dei consumatori. «Acquistare è sempre un atto morale, oltre che economico».

Abbiamo bisogno di fare formazione e la lettera Laudato si’ di Papa Francesco è opportunamente in questa direzione. Vorremmo inventare occasioni formali e informali in questo anno sociale per riflettere su questi temi e promuovere le azioni di cooperazione e buon vicinato tra famiglie.

Luigia Caria: ritengo sia importante farci conoscere nei gruppi di acquisto e nei gruppi di famiglie esistenti, come quelli di spiritualità familiare delle parrocchie, per sviluppare alleanze e opportunità che il progetto dischiude e favorire la nascita di relazioni di mutuo auto aiuto familiare.

Moreno Merati: Uno degli aspetti importanti di questo progetto è quello di passare dal fare politiche per le famiglie al fare politiche con le famiglie, coinvolgendo le associazioni che si occupano quotidianamente di famiglia e riconoscendo nelle famiglie una risorsa per la società e non un soggetto passivo.

Dom. Come avviene concretamente il sostegno alle famiglie in difficoltà?

Cesare Palombi: le famiglie vengono segnalate dai Servizi Comunali e dalle Caritas locali, vengono accolte nel Gruppo ‘GAF’ locale, vengono inserite in un percorso personalizzato della durata di 10 mesi e seguite da un tutor. A loro viene assegnato un buono mensile per la spesa del valore di 100 euro e vengono assicurate dieci ore di lavoro (da impiegare nelle attività del progetto) pagate coi voucher lavoro (10 € lorde, 7,5 al netto dei contributi INPS). Le famiglie vengono poi aiutate a fare un’analisi delle loro capacità e competenze per facilitare la propria occupabilità in ordine alla possibilità di ritrovare lavoro stabile. Questo è il lavoro dello Staff di prossimità che, con una Tutor locale e un coordinatore, cerca di costruire una rete di reale prossimità tra la comunità che ha segnalato la famiglia e la famiglia stessa. Attualmente le famiglie coinvolte nel progetto sono a Limbiate, Seveso e stiamo partendo a Lissone. Altri Comuni e parrocchie stanno aderendo alla nostra proposta, ci chiamano per spiegare il progetto, abbiamo buone prospettive di avviare altri Gruppi di Acquisto Familiare, che aiuteranno altre famiglie impoverite a superare il difficile momento. Proprio da questa rete di prossimità ad esempio è avvenuto che una persona delle nostre famiglie ha trovato un impiego a tempo pieno. L’aiuto quindi non è solo economico ma soprattutto in relazioni che generano solidarietà e opportunità crescenti per tutti.

Il nostro dialogo finisce qui per ora, lo spazio a disposizione è terminato. Ma il cantiere rimane aperto più che mai e sarà ben accetto ogni contributo o desiderio di partecipare a questo lavoro dal basso per sostenere alcune famiglie in crisi economica e per trasformare le relazioni sociali in senso più umano e solidale.

Intervista e testo a cura di Paolo Ciotti

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