Proseguo il tema dell’articolo precedente per spiegare le modalità e gli obiettivi del progetto “ Non Giochiamoci la Vita “ progetto che ha coinvolto ragazzi delle scuole superiori di Monza e Brianza e di cui vi ho anticipato i risultati del sondaggio.
Gli interventi che sono stati realizzati nella scuola secondaria di secondo grado ( in questo caso un istituto professionale di Monza) si sono posti l’obiettivo di avviare tra i ragazzi una discussione più ampia sul consumo di azzardo. Sono stati messi a punto due diversi moduli di intervento.
Nel primo il tema scelto è stato Fortuna o Abilità
Nel corso della discussione i ragazzi hanno portato esperienze personali e familiari, sono state esaminata le numerose “credenze popolari” legate soprattutto alle reali possibilità di vincita nei giochi d’azzardo e a quella di rientrare nelle spese sostenute continuando a giocare.

La prevenzione con i ragazzi non può trascurare l’attivazione e il ricorso alla propria esperienza di vita, come narrazione sulla quale indebolire i fattori di rischio e rafforzare i fattori protettivi.
Questo primo modulo ha sollevato la maggior parte degli interventi, delle discussioni e delle prese di posizione dei ragazzi intorno al mai abbastanza dibattuto status legale dei giochi d’azzardo ( la cosa che li ha maggiormente sorpresi è stato scoprire come lo stato sia corresponsabile ed anzi guadagni cifre ingenti dal gioco d’azzardo) e soprattutto della loro promozione e pubblicizzazione percepita dagli studenti come molto pervasiva, pesante e onnipresente.
Il secondo modulo Se il gioco diventa azzardo
ha messo invece maggiormente l’accento sul profilo del giocatore, sulla molteplicità di offerte che caratterizzano l’azzardo legale, all’interno delle quali possono nascere situazioni problematiche e infine su quali sono i segnali da cogliere e le risorse territoriali a cui far riferimento in questi casi.
Con gli studenti abbiamo inoltre organizzato una conferenza di approfondimento in cui hanno potuto ascoltare testimonianze di un gestore di un bar che ha deciso di eliminare le slot machine dal suo locale, ragionare d’azzardo con alcuni componenti del comitato scientifico del progetto, incontrare uno sviluppatore di software che, con alcuni esempi di videogiochi realizzati per l’occasione, ha introdotto il tema del gioco online ed ha dimostrato nel concreto una serie di dati ormai a conoscenza dei ragazzi che hanno partecipato ai laboratori: non c’è alcuna abilità nell’uso delle slot, è impossibile recuperare tutto il denaro giocato, il software rilascia piccole vincite dopo serie negative proprio al fine di rafforzare la voglia ed il desiderio di giocare.
App contro il gioco d’azzardo
Infine un gruppo di studenti ha partecipato ad un laboratorio extrascolastico durante il quale i ragazzi hanno collaborato alla progettazione di una app da utilizzare nella prevenzione del gioco d’azzardo, ipotizzando una gamification cioe l’utilizzo del gioco come mezzo per far passare messaggi e contenuti.
Per far ciò i ragazzi hanno ipotizzato mini-giochi d’azzardo al termine dei quali i trucchi e i vincoli vengono svelati, sistemi per tener conto di quanto denaro è stato puntato e vinto o perso nell’uso dei minigiochi, riferimenti ai servizi del territoio
I riscontri forniti dagli studenti confermano comunque che i rischi connessi al gioco d’azzardo sono ancora molto sottovalutati: gli ingenti interessi economici in gioco, il giudizio morale,i sentimenti di vergogna che affliggono i giocatori e le loro famiglie producono indifferenza e omertà.
La sfida che dobbiamo affrontare può quindi essere solo educativa e culturale e non riguarda solo i ragazzi ma in gran parte anche gli adulti in veste di genitori, insegnanti, operatori ed educatori, gestori commercianti e forze dell’ordine perché tutti siamo consumatori e come tali, fatte le debite differenze, potenziali vittime della pressione culturale al consumo acritico.
Anna Martinetti, Monza