Ho fatto in questi giorni una ricerca su quali fossero le indagini più attendibili e più aggiornate in campo nazionale e tra le tante ne ho trovata due secondo me molto significative sia per il numero di casi esaminati sia per la serietà degli enti che l’hanno eseguita.
Il IX Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
In Italia L’11,5% degli adolescenti fra i 14 e i 17 anni dice di giocare regolarmente d’azzardo online. Il 13% spiega di scommettere in rete (le opzioni erano ovviamente molteplici e dunque le percentuali, evidentemente, si accavallano l’una all’altra) per il 77% sul calcio e per il 10,4% su altri sport.
Il 29% ha invece fatto il passo fuori di casa e punta nei centri scommesse luoghi in cui specie i 17-19enni entrano in contatto con un diverso paradigma del denaro e dei valori, legandosi a contesti poco raccomandabili.
Il report, che ci dà una fotografia preoccupante, disegna una generazione dell’eccesso. Fatta non solo di azzardo online e offline ma di alcol, fumo, troppa tv e disinibizione sui social network. Il 63,4% ha detto di aver consumato una sostanza fra tabacco, alcol e cannabis nei trenta giorni precedenti la rilevazione.
Difficile come il rapporto col denaro, anche quello con la propria sfera individuale e la sua proiezione verso un esterno ancora forse poco chiaro nelle sue potenziali conseguenze. Per il 60% il concetto di privacy online è infatti assai fumoso: sostiene infatti che condividere le proprie foto a sfondo sessuale sia una scelta individuale.
Ma affettività ed emozioni non si sa cosa siano e quando quegli scatti innescano magari fenomeni di cyberbullismo (secondo altre indagini il 10% dei presidi ha dovuto gestire situazioni simili, senza che – nel 25% dei casi – i genitori riuscissero a comprenderne la gravità) allora tutto cambia. Nonostante tutto, è il dato sul gioco d’azzardo online e nelle sale che colpisce di più. Difficile spiegarsi questa dipendenza da scommessa, certo alimentata e sostenuta dalle legislazioni criminali che consentono la proliferazione di esercizi commerciali dedicati che a loro volta distruggono il tessuto urbano, degli spot pubblicitari, delle sponsorizzazioni sportive, dei faccioni di campioni e vip assortiti.
Sono infatti ancora 420mila le macchinette che infestano oltre 83mila locali generalisti come bar, tabaccherie e di altro genere a cui si aggiungono 52mila vlt (Video Lottery) collocate nei famosi “minicasino”, per un bilancio dell’azzardo legale da 88,2 miliardi di euro (2015).. I numeri sarebbero moltissimi e assolutamente chiari. In questo caso raccontano banalmente che il gambling (giocare d’azzardo) esercita una pressione spaventosa sui più giovani che ne stanno pericolosamente introiettando pratiche e abitudini.
La ricerca di Nomisma
Nel secondo caso la ricerca è stata effettuata da Nomisma – in collaborazione con l’Università di Bologna (Dipartimenti di “Scienze Economiche”, “Sociologia e Diritto dell’Economia” e “Scienze Mediche e Chirurgiche”).
Si tratta di un’indagine che ha coinvolto un ampio campione di scuole secondarie di secondo grado italiane e ha visto la partecipazione di oltre 14.000 ragazzi dai 14 ai 19 anni.
I dati indicano che nel corso dell’ultimo anno scolastico il 54% dei giovani studenti italiani ha tentato la fortuna almeno una volta: si tratta di 1,3 milioni ragazzi; tra questi, il 74% dichiara di sostenere una spesa media settimanale per i giochi inferiore a 3 euro.
Numeri che sono un segno inequivocabile del fascino che il gioco, con le sue attrattive (sfida della sorte, aspetti ludici, speranza di un cambiamento di vita radicale), esercita sui ragazzi. Si prova il gioco d’azzardo innanzitutto per curiosità (il 30% indica tale fattore come motivazione principale che ha indotto a sperimentare per la prima volta il gioco d’azzardo), per caso (23%) o perché il gruppo di amici già giocava (14%).
Nella classifica dei giochi più popolari svettano il Gratta & Vinci (durante l’anno scolastico 2014/2015 lo ha sperimentato il 38% degli studenti 14-19 anni), le scommesse sportive in agenzia (25%) e i Giochi di abilità online (20%). Rispetto al 2008 (anno della precedente indagine Nomisma sul gioco d’azzardo tra i giovani), si riscontra una perdita di appeal dei giochi “tradizionali” (Superenalotto e Lotto), a favore dei giochi a tema sportivo e dei giochi online.
Il 10% degli studenti delle scuole secondarie superiori è frequent player, ha giocato, cioè, una volta a settimana o anche più spesso.
Qual è l’identikit del giovane giocatore d’azzardo?
La propensione al gioco non è uniforme e varia per tipologia di gioco, genere e contesto sociale e familiare degli studenti. Vi sono alcuni fattori che incidono sulla propensione al gioco d’azzardo: innanzitutto il genere. L’incidenza del gioco d’azzardo è sensibilmente maggiore tra i ragazzi (63% rispetto al 43% delle ragazze). Altri fattori incisivi sono: area geografica, età, tipo di scuola frequentata e background familiare. La propensione al gioco è maggiore nel Sud-Isole (64% dei giovani gioca vs il 43% al Nord), per i maggiorenni (61% contro il 51% dei minorenni), negli istituti tecnici e professionali (rispettivamente 60% e 59% vs 49% dei licei) e nelle famiglie in cui vi è un’abitudine al gioco (65% vs 10% in famiglie non giocatrici).
Un dato nuovo ed interessante:
Oltre alle motivazioni sociali, l’interesse per il gioco d’azzardo è legato all’incapacità di valutare la struttura probabilistica della possibile vincita. La propensione al gioco è infatti direttamente correlata al rendimento scolastico in matematica: la quota di giocatori raggiunge il 68% tra chi ha un rendimento insufficiente , mentre è pari al 50% tra chi ha votazione superiore a 8 decimi.
Come individuare il possibile gioco problematico tra gli adolescenti?
Young Millennials Monitor Nomisma in collaborazione con l’Università di Bologna propone inoltre uno strumento di screening internazionale (SOGS-RA) che indaga la presenza di eventuali sintomi capaci di rivelare gli effetti negativi derivanti dal gioco tanto sulla sfera psico-emotiva (ansia, agitazione, perdita del controllo), quanto su quella delle relazioni (familiari, amicali e scolastiche).
L’indicatore SOGSRA individua nel 6% DEGLI STUDENTI ITALIANI LA QUOTA DI RAGAZZI CON APPROCCIO PROBLEMATICO AL GIOCO che si manifesta attraverso disagi psico-emotivi o relazionali associati al gioco d’azzardo. Un ulteriore 10% degli studenti, inoltre, segnala i primi potenziali segnali di rischio di approccio problematico al gioco.
Una dimensione aggiuntiva, da non trascurare nella descrizione degli adolescenti giocatori, è la condizione di malessere, che può essere indagata con metodi diversi, sia diretti che indiretti.
Tra gli adolescenti, ad esempio, c’è un FORTE CONSUMO DI SUPERALCOLICI (LA METÀ NE FA USO E UN TERZO LI ASSUME ALMENO 1 VOLTA ALLA SETTIMANA) E DI ENERGY DRINKS. Il 13% usa stupefacenti (l’8% in maniera continuativa). Un quarto degli adolescenti utilizza farmaci almeno 1 volta alla settimana (l’uso aumenta con l’aumentare dell’età, è più frequente nel nord Italia e nei licei rispetto alle altre scuole superiori) e tra i principali motivi di uso continuativo di farmaci si trovano il mal di testa, sintomi influenzali e stanchezza, disturbi gastrointestinali, ragioni che non coincidono con malattie da trattare in maniera intensiva: questi comportamenti possono essere indice di uso inappropriato dal punto di vista clinico e di malessere dal punto di vista socio-sanitario.
Anna Martinetti