C’è chi dice che la vita vera inizia a vent’anni. Certamente a quell’età si ha accumulato una certa esperienza del mondo, significa soprattutto essere capaci di un certo spirito di intraprendenza e una particolare attitudine alla vita, che solo chi ha vent’anni può avere. E sembra che l’associazione Libera festeggi i suoi due decenni di storia con questo spirito. Nata in un momento storico e in un tessuto sociale lacerato dalle lotte mafiose, l’associazione di don Luigi Ciotti a saputo evolversi ed adattarsi alle trasformazioni dei fenomeni mafiosi, portando il suo vigore di sempre. Il segreto per mantenersi giovani? E’ coinvolgere i giovani!

Libera è un’associazione che a livello capillare ha il cuore pulsante nella formazione e nell’attivismo dei giovani. Micol, nei suoi frizzanti vent’anni, è entrata in Libera attraverso lo scoutismo.
«Mi sono subito appassionata alla proposta dell’associazione. Quando ho conosciuto Libera, ho partecipato a diversi incontri formativi e agli eventi divulgativi, ma il vero ingresso nell’associazione è avvenuto dopo il mio primo campo estivo di Libera, a cui ho partecipato due anni fa in Veneto lavorando come volontaria per sistemare una villa confiscata appartenuta ad un boss mafioso. Sono stata come folgorata: un’esperienza che mi ha formato come cittadina. Fare volontariato nei luoghi appartenuti a un boss mafioso lancia un grande messaggio: la coscienza civile può trasformare un fenomeno criminale in una risorsa per il territorio, e ti dà la possibilità di immergerti nella realtà di Libera. La mattina era occupata dal lavoro manuale, che mi dava sintonia con la natura e con i miei compagni di avventura, il pomeriggio era dedicato alla formazione dei volontari.
Ho partecipato anche all’ultima marcia a Bologna: il 21 marzo più di 200 mila persone si sono radunate nella città per dire di no alla criminalità organizzata e alla corruzione. E’ un appuntamento annuale molto suggestivo che trasmette una grande carica e vitalità. Attualmente sono tesserata, mi occupo di creare rete tra i presìdi di Libera e le scuole e di altre attività divulgative. L’associazione mi ha dato la possibilità sia di realizzarmi come persona, sia di lasciare un messaggio forte agli altri giovani.»
Progetti per il futuro? «Mi piacerebbe aprire un presidio nel mio paese. Vorrei inoltre occuparmi di progetti di formazione rivolti più giovani attraverso il teatro, gli incontri nelle scuole e campi estivi. Penso che tutti attraverso Libera abbiano l’opportunità di essere cittadini attivi e di contribuire a contrastare il fenomeno mafioso in maniera semplice ma efficace, prima di tutto attraverso l’informazione.»

Info e contatti con il presidio della Lombardia e Monza e Brianza: www.libera.it/lombardia, www.liberamb.org